Vojagon Bologna

28

Apr
2017

2 GIORNI A BOLOGNA: LA GRASSA, LA DOTTA, LA ROSSA

Posted By : Alessandro/ 3030 0

2 giorni a Bologna: la Dotta, la Grassa, la Rossa, e… La Turrita.

Così la definisce la storia: Dotta per la sua cultura universitaria, Grassa per la sua tradizione culinaria, Rossa sia per il colore dei mattoni con i quali è stato costruito il centro storico che per l’orientamento politico di sinistra che ha prevalso per la gran parte del secolo scorso, Turrita per il grande numero di torri presenti.

GLI IMPERDIBILI

  • TORRE DEGLI ASINELLI
  • TEATRO ANATOMICO
  • PIAZZA MAGGIORE E BASILICA DI SAN PETRONIO
  • MERCATO DELLE ERBE
  • FONTANA DEL NETTUNO
  • VITA NOTTURNA
  • FINESTRELLA DI VIA PIELLA
  • COMPLESSO DI SANTO STEFANO

Tempo di lettura

4′

Siamo stati a Bologna per due giorni nel mese di Novembre. Abbiamo avuto modo di esplorare in lungo e largo la città concedendoci, sul finale del nostro week end, in un tour dei Colli Bolognesi, facendo ben attenzione ad eventuali 50 special. A onor di cronaca devo dire che nonostante il clima fosse ancora relativamente caldo non ne abbiamo avvistata nessuna.

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Il primo giorno è letteralmente volato fra i ripetuti assalti (per altro fallimentari) alla Torre degli Asinelli: icona della città, 97,20 metri di altezza, una pendenza verso ovest di 2,32 metri, e… 498 gradini a separare la base dalla cima. La delusione della lunga fila onnipresente, ci ha fatto rimbalzare per le vie cittadine portandoci in primo luogo alla Basilica di San Petronio, che si trova in Piazza Maggiore e viene spesso confusa con la vicina Piazza Cavour (cantata da Lucio Dalla nel celebre brano Piazza Grande).

E’ la sesta chiesa più grande d’Europa, la più grande del mondo costruita in mattoni. A renderla originale, oltre che il suo aspetto incompleto, è la presenza al suo interno della grande “Meridiana di Danti“, importante e accurato strumento astronomico realizzato nel sedicesimo secolo.

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Abbiamo avuto la sfortuna fosse in restauro, per cui non ci è stato possibile osservare la Fontana del Nettuno, altro monumento caratteristico della città, posta nell’omonima Piazza, attigua a Piazza Maggiore, fra il Palazzo del Podestà e la biblioteca Salaborsa. Un’altra imperdibile chicca è stata la sede del nostro pranzo veloce presso il Mercato delle Erbe, in via Ugo Bassi, un luogo davvero molto social e specchio dello spirito cittadino dove è possibile assaggiare, sia sedendosi a dei tavoli sia in modo più take away, diverse pietanze tipiche della tradizione. Noi abbiamo assaggiato un tagliere di salumi, prosciutti e formaggi, poi siamo ripartiti per la Torre degli Asinelli.

Di nuovo sconfitti dalla coda, ci siamo fatti consolare dalla visita al palazzo dell’Archiginnasio, in particolare al Teatro Anatomico. Costruito interamente in legno nel 1637, sul suo tavolo vennero vivisezionati cadaveri a fini scientifici e divulgativi. Pesantemente danneggiato da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, venne ricostruito e restaurato nel primo dopoguerra in modo impeccabile.

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E’ stato abbastanza incredibile trovare coda perfino alla Finestrella di via Piella, ma non ci siamo fatti scappare una foto. Più ci addentravamo fra le sue vie più ci siamo resi conto che a Bologna non si deve avere paura di trovare maltempo, perché un’altra cosa straordinaria che la contraddistingue è la quantità di portici (solo nel suo centro storico sono ben 38 km!) che garantisce di poter usufruire dei servizi della città in qualsiasi condizione meteo. Come se la location ti invitasse a viverla sempre e comunque.

Sette chiese, costruite una sopra l’altra, come fossero una matrioska, compongono il complesso della Basilica di Santo Stefano che si affaccia sull’omonima e bellissima piazza. Secoli di storia si sono sovrapposti, così come hanno fatto gli stili architettonici, dando forma a quella che è la composizione attuale del sito. Tappa conclusiva e ultima fatica di Ercole, un piccolo tour della zona universitaria per poi tornare verso il b&b e prepararci per la serata.

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Via delle delle Pescherie Vecchie, Via dei Musei, via Clavature, via Caprarie, e tutte le viette limitrofe non ti lasceranno a bocca asciutta e a pancia vuota né di giorno né di sera che tu sia in cerca di un aperitivo, una cena easy e non, o anche solo di un buon bicchiere di vino, qualcosa da stuzzicare,musica e divertimento. Così come ti sarà impossibile lasciarti scappare dello shopping nel cosiddetto Quadrilatero.

La mattina successiva è stata dedicata quasi interamente alla visita dell’interessantissima mostra su Frida Kahlo organizzata presso Palazzo Albergati, in via Saragozza. La straordinaria pittrice messicana dalla travagliata esistenza, meritava tutto il tempo concessole, nonostante questo ci abbia fatto rinunciare per mancanza di tempo ad altri angoli della città, (eh sì, purtroppo pure a salire sulla Torre degli Asinelli. Mission: FAILED). Abbiamo sempre considerato l’impossibilità di vedere tutti i luoghi d’interesse di una location, più come una promessa di ritorno che una manchevolezza. Possiamo assicurarti che torneremo! Non potevamo farci mancare prima di tornare verso casa un giro sui colli e non c’era momento migliore del tramonto per chiudere la nostra prima esperienza nel capoluogo emiliano.

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Ci ha davvero stupito la sua vitalità, il suo modo di vivere se stessa, i locali, le persone. Bologna è viva e giovane. Brulica di iniziativa e convivialità e riesce a essere la settima città d’Italia per popolazione, senza distaccarsi dalla sua dimensione più umana, che la rende vivibile e piacevole, che ti fa venire voglia di passarci la serata tra portici, locali, piazze, ristoranti, musica e musicanti. Ti fa venire voglia anche quando è ora di andare a dormire, di farti ancora un altro giro.

E tu cosa ne pensi di Bologna?

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Scrivo, leggo, viaggio, suono, e poi riscrivo rileggo risuono e riviaggio ancora

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