storia dell'Eremo di Santa Caterina

18

Feb
2020

La storia dell’Eremo di Santa Caterina | Leggiuno, Lago Maggiore

Posted By : Alessandro/ 1002 0

La storia dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso secondo la tradizione, inizia con il beato Alberto Besozzi, scampato a un naufragio sul Lago Maggiore. Ma chi è Alberto Besozzi e come è riuscito nell’impresa?

Storia dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso

Chi è Beato Alberto Besozzi?

Alberto Besozzi è l’uomo che darà vita a tutta la storia dell’Eremo di Santa Caterina. È un avido commerciante di buona famiglia. Gli affari (poco leciti per la verità) vanno a gonfie vele quando resta coinvolto, presumibilmente nel 1170, in un naufragio. Muoiono tutti i membri dell’equipaggio, è lui infatti il solo a salvarsi. Alberto invoca l’aiuto di Santa Caterina d’Egitto cui è molto devoto, facendogli una promessa: se sopravviverà, espierà i suoi peccati e diverrà una persona migliore. Si salva aggrappandosi alla cosiddetta roccia del “Bàllaro”,in una piccola insenatura sulla costa di Leggiuno. Dopo aver rimediato ad alcuni dei suoi errori, Alberto tiene fede al suo giuramento: si ritira a vita eremitica vivendo in una grotta, proprio nei pressi del suo approdo dopo il naufragio, dedicando la sua vita alla preghiera. Vivrà per anni dei doni che marinai e naviganti gli portano e gli inviano tramite una cesta ch’egli cala dalla sua grotta.

storia dell'Eremo di Santa Caterina

Una cappella dedicata a Santa Caterina

La fama del Beato cresce: dispensa saggi consigli, gli vengono attribuite guarigioni, riceve le visite anche delle alte cariche dei paesi vicini. Dopo aver salvato, grazie alle sue preghiere, il paese da una pestilenza, fa erigere in fondo alla grotta una cappella in tutto e per tutto simile a quella dedicata a Santa Caterina sul Monte Sinai. Qui viene sepolto al grido di Beato, alla sua morte avvenuta nel 1205. La tomba di Alberto diventa un luogo di culto e pellegrinaggio, il Beato ha cambiato per sempre la storia dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso. I suoi resti riposano ancora oggi all’interno della cappella. Ma tutto sta per cambiare.

Dal 1250 al 1640: la costruzione dell’Eremo come lo conosciamo oggi

I padri dominicani si trasferiscono qui per assistere i fedeli accorsi ad omaggiare il Beato. E’ nel trecento che la struttura assume la conformazione che conosciamo oggi. Viene fatta costruire dai nobili di Ispra, la Chiesa di Santa Maria Nova, in omaggio al Besozzi,  cui viene attribuito l’allontanamento dei lupi dalla zona, rendendola così più sicura. Sempre agli inizi del trecento gli abitanti di Ispra costruiscono la Chiesa di San Nicolao. In questi due secoli si succedono i frati eremitani di Sant’Agostino e poi gli Ambrosiani di Milano. Si ritiene che a questo periodo risalga anche il cosiddetto Conventino, il campanile e l’unificazione del complesso in un unico santuario attraverso la creazione dei portici e l’affiancamento di un piccolo chiostro. Sempre in questa fase avviene la decorazione di molti degli affreschi. Intorno al 1640 succede qualcosa destinato a cambiare per sempre la storia dell’Eremo di Santa Caterina.

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1640 un masso sull’antica cappella

Dalla roccia si staccano dei massi, uno dei quali travolge l’antica cappella dedicata a Santa Caterina, dove il corpo del Beato Alberto riposa. Quello che succede però ha del miracoloso. Il grande pezzo di roccia arriva a sfondare il tetto della cappella ma arresta la sua corsa senza travolgere le spoglie mortali che rimangono intatte. Si grida al miracolo. Sarà questo fatto a cambiare per sempre la storia dell’Eremo di Santa Caterina e consacrarlo definitivamente a luogo miracoloso. Il masso rimarrà al suo posto fino al 1910. I colpi di scena però non finiscono. Pochi anni dopo, intorno al 1645, Urbano VIII sopprime l’ordine dei Frati di Sant’Ambrogio di Nemus e con lui anche l’eremo.

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Dal 1648 a oggi

I frati Carmelitani di Mantova sono protagonisti della rinascita dell’eremo a partire dal 1648 fino al 1769, anno in cui viene soppresso dagli Asburgo per l’esigua quantità di monaci presenti e aggregato alla parrocchia di Leggiuno. Oggetto di importanti lavori decorativi tra il 1892 e il 1894, ad opera di Carlo Pianezza di Vergobbio, per il convento inizia un nuovo decadimento. Nonostante venga dichiarato monumento nazionale nel 1914, è solo a partire dal 1970, dopo l’acquisto da parte della provincia di Varese, che l’Eremo di Santa Caterina del Sasso vive una nuova vita. Vengono effettuati lavori di ristrutturazione, compresa nel 2010 la costruzione dell’ascensore e viene poi affidato a diversi ordini religioni. Dal 2019 la gestione religiosa dell’Eremo è affidata alla Fraternità Francescana di Betania.

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Le spoglie del Beato Alberto Besozzi riposano ancora oggi all’interno del santuario che deve il suo nome “del Sasso” probabilmente ai massi caduti sulla cappella e al suo ospite rimasto miracolosamente illeso e consegnato alla vita eterna nella gloriosa storia dell’Eremo di Santa Caterina. Un luogo magnifico, assolutamente da visitare se ti rechi sul lago Maggiore.

Fonti:

http://www.santacaterinadelsasso.com/storia

http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00095/

https://it.wikipedia.org/wiki/Eremo_di_Santa_Caterina_del_Sasso

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Scrivo, leggo, viaggio, suono, e poi riscrivo rileggo risuono e riviaggio ancora

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