Ci siamo lasciati fra le spiagge nei dintorni, alla ricerca delle migliori della costa adriatica salentina. Ora siamo tornati alla base, per scoprire uno dei luoghi più simbolici e romantici del Salento: Otranto.
COSA VEDERE ASSOLUTAMENTE
- PORTA ALFONSINA
- LUNGOMARE DEGLI EROI
- CATTEDRALE SANTA MARIA ANNUNZIATA
- CASTELLO ARAGONESE
- ARTIGIANATO IN PIETRA LECCESE
- CHIESETTA DI SAN PIETRO
- FARO PUNTA PALASCIA
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I dintorni di Otranto sono stati il nostro quartier generale per qualche giorno durante il viaggio in Puglia. Stanchi o meno che fossimo abbiamo passato diverse sere proprio fra le mura di questo antico villaggio di origine greca. Appena varcata la soglia della porta Alfonsina, lo storico ingresso della città, è come essere catapultati in un’altra epoca. Mura e bastioni perfettamente conservati la difendono, il castello Aragonese gli conferisce austerità, le vie strette e ben tenute, un senso di comunità. Sembra impossibile in certi frangenti datare questo luogo. Otranto è tanto antica quanto attuale, fatta di una sovrapposizione di epoche storiche che l’hanno vista fondata dai greci prima, governata da longobardi, bizantini, angioini, aragonesi e turchi poi.
Il suo nome deriva da “Hydruntum” o da “Odruntum”, di orgini romane
La prima cosa da sapere nonché la più importante è che c’è un ottima via nel centro dove poter fare shopping! No non è vero, di questo parleremo dopo. In realtà una delle cose che alimenta il senso di magia di questa città è proprio conoscere la storia degli 813 martiri, le cui ossa riposano nella Cattedrale di Santa Maria Annunziata. A questi uomini e donne è doveroso rendere un omaggio importante. Essi infatti sono stati uccisi per essersi rifiutati di convertirsi all’islam dopo l’invasione turca nel 1480. Aldilà dell’aspetto religioso a loro va il grande onore di avere dato la vita pur di non perdere la propria libertà intellettuale. La cattedrale è visitabile dalle 7 alle 12 e dalle 15 alle 19. Altre info le trovi qui. Ma c’è un altra grande sorpresa all’interno.
I martiri di Otranto furono 813. Le loro ossa riposano nella chiesa di Santa Maria Annunziata.
Il pavimento è interamente costituito da mosaici risalenti al XII secolo che simboleggiano l’albero della vita e una serie di figure allegoriche e personaggi biblici. Una piccola curiosità: la cattedrale è stata trasformata durante l’occupazione turca in moschea. Oggi, dopo essere tornata alla sua funzione originale, conserva ancora alcuni tratti islamici. La cripta infatti, è una miniatura della moschea di Cordova. E’ il momento di fare un break, di allontanare per un po’ il gravoso compito di comprendere la storia, in favore della celebrazione di un rito forse più importante: il pasticciotto!
DOVE DORMIRE? ECCO LA NOSTRA PROPOSTA
Dolce tipico di Lecce e del Salento, è di una dolcezza travolgente, specialmente nella ricetta tradizionale. Il problema però è che è necessario iscriversi all’associazione “pasticciottisti anonimi” per poterne uscire, perché ne consumeresti in continuazione. Pasta frolla ripiena di crema, il tutto cotto in forno, nel nostro caso accompagnato da caffè in ghiaccio con aggiunta di sciroppo di mandorla. Una pausa alla storica Pasticceria Martinucci, che ti rinvigorisce, probabilmente grazie alle 273.400 calorie che diventano gioia per il palato. Appena il piacere della scoperta è riuscito a vincere su questa dolce coccola, siamo tornati alla carica rituffandoci in città.
Attenzione. il Pasticciotto può creare dipendenza!
Dal IX secolo (anche se qualcuno dice dal V) fra le sue mura sorge la chiesetta di San Pietro. E’ un importante esempio di architettura bizantina, e leggenda vuole che sia un luogo legato al passaggio di San Pietro nel suo viaggio verso Roma. E’ infatti molto probabile poiché Otranto è stata per secoli la città portuale di collegamento tra Oriente e Occidente, proprio grazie al fatto che è la città più orientale della penisola Italiana. Il mare qui è strepitoso, il contesto paradisiaco, così come lo sono le spiagge sulla costa adriatica salentina che trovi in questo articolo. Ma c’è un punto ancora più in là: il premio, per il luogo più ad est d’Italia va a… Il faro di punta Palascìa!
Guarda bene, 80 km dritto davanti a te. In giornate in cui l’aria è particolarmente pulita e tira un po’ di vento, ti sembra di potertela fare a braccia. La vedi, è lì, la puoi quasi toccare: l’Albania. La prima alba d’Italia, ogni capodanno si vede qui, ai piedi di questo faro, a Capo d’Otranto, per convenzione nautica è il punto che separa lo Ionio dall’Adriatico. Dieci minuti a piedi per raggiungerlo, qualche minuto in più per la risalita lungo una strada sterrata, ti catapultano in un luogo quasi mistico, che profuma di mare, di navi, pescatori, e ahimè anche naufraghi. Sì, hai ragione… siamo usciti dalle mura di Otranto nel nostro divagare, ma stiamo per tornarci. La cena ci aspetta!
Il faro è stato abitato da ben tre famiglie fino agli anni ’70
Siamo capitati a Otranto proprio nel bel mezzo della sagra del centro storico che ci ha fatto fare un viaggio culinario fra i sapori Pugliesi, oltre che percorrere più volte a piedi ogni via. La seconda sera ci siamo fatti ingolosire da un ottimo aperitivo a base di pesce proprio sulle mura, al “Giro di Boa“. Tartare di pesce fresco, pittule, polpo, insalata di mare, fritti. In pratica una cena vera e propria con poco più di 10 euro. Mentre le luci della città iniziavano ad accendersi, e il mare del porto da azzurro si trasformava in un blu intenso, abbiamo iniziato a sentire musica e canti provenire dal centro. Giovani e meno giovani, riuniti ballavano, suonavano e cantavano melodie folkloristiche tradizionali, attraversando tutta la città a colpi di pizzica. E’ l’evento che forse più di tutti ci ha colpito di questa terra, perché è qualcosa di così identitario da togliere il fiato.
Il castello aragonese, fatto costruire da Ferdinando I d’Aragona alla fine del quindicesimo secolo, è se possibile ancora più affascinante la sera. Oggi è sede di mostre ed eventi artistici e culturali, così come la Torre Matta. Ma senz’altro prima di lasciare Otranto si deve fare un giro nella sua via principale, corso Garibaldi, ricca di negozi che offrono souvenir di ogni tipo, dalla ceramica alla pietra leccese, dagli articoli in cartapesta ai tamburelli tradizionali.
Un venticello soffia sempre leggero, a rinfrescare le giornate più calde d’estate. Il mare ti separa dal resto del mondo. Guardando da questo luogo è impossibile non restare affascinati dal grande blu, che con la sua umidità la sera ti si appiccica un po’ dappertutto. Esattamente come Otranto, uno dei luoghi più unici al mondo, ti si appiccica al cuore. Il viaggio continua!