amelia earhart electra

17

Mar
2020

Amelia Earhart, una donna oltre ogni limite | A spasso nel tempo

Posted By : Alessandro/ 1299 0

Quella che segue è la storia della vita straordinaria di Amelia Earhart. Per conoscerla meglio dobbiamo fare un salto a spasso nel tempo al 28 dicembre 1920.  Siamo a Long Beach, California, nel bel mezzo di un raduno aeronautico. Amelia Earhart ha 23 anni e si sta alzando in volo per la prima volta come passeggera su un biplano. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa: nel 1928 diventerà la prima donna ad attraversare in volo l’Oceano Atlantico. Una vita intensa oltre ogni limite e dogma sociale, con un finale tragico che  la consegnerà alla leggenda e ne farà un’icona dell’emancipazione femminile.

Amelia Earhart – Dall’infanzia al primo volo 

Amelia Earhart nasce ad Atchinson, nel Kansas nel 1897. A causa delle esigenze lavorative della famiglia si sposterà prima in Iowa, poi in Minnesota e infine a Chicago. Fin dall’infanzia Amelia rifiuta il ruolo in secondo piano ancora così convenzionale della donna. Ha grandi ambizioni, sa bene quanto potenziale c’è nel genere femminile ma ancora non sa che diventerà un esempio per molte ragazze delle generazioni future. Condivide l’infanzia con la sorella Muriel, nata due anni dopo di lei, che segue in Canada quando ha 18 anni. Gli orrori della guerra la colpiscono profondamente, abbandona gli studi, si iscrive a un corso di infermieristica e presta servizio durante tutto il primo conflitto mondiale in una base canadese. Il 28 dicembre il primo volo a Long Beach. Di quel momento avrà da dire: “Quando raggiunsi la quota di due o trecento piedi, seppi che dovevo volare”. Era solo l’inizio.

Il brevetto di volo e i primi record

Con enormi sacrifici economici Amelia riesce a prendere lezioni di volo e tre anni dopo quel fatidico 28 dicembre 1920 diventa la sedicesima donna della storia a conseguire il brevetto di volo. Prende lezioni direttamente dalla pioniera dell’aviazione femminile Neta Snook Southern, la cui storia straordinaria può essere approfondita qui. Con l’aiuto economico della madre acquista il suo primo aereo con il quale stabilisce il suo primo record: è la prima donna della storia a raggiungere un’altitudine di 14.000 piedi. Un anno dopo il primo attraversamento in solitaria dell’atlantico di Charls Lindbergh, il capitano Hilton H. Railey le fa una proposta impossibile da rifiutare: essere la prima donna a compiere la traversata. Farà parte di una squadra di tre elementi: lei, il pilota Wilmer Stulz e il co-pilota Louis Gordon. È il 1928, Amelia Earhart ha quasi 30 anni e dopo un volo di 21 ore atterra in Galles consegnandosi alla storia. Quando atterra è acclamata da tutto il mondo. Ma non è contenta, non è nata per svolgere un ruolo secondario: “Wilmer pilotò per quasi tutto il tempo. Io ero solo un bagaglio, venni trasportata come un sacco di patate”. Amelia vuole molto di più.

Record su record, Amelia Earhart è inarrestabile

Nel 1931 stabilisce un nuovo record, vola ad un altitudine di 18.451 piedi. Nemmeno un anno dopo un altro strabiliante primato: nel maggio del 1932, in 14 ore e 56 minuti completa la traversata dell’Atlantico in solitaria partendo da Terranova e atterrando nell’Irlanda del Nord, è la prima a farlo dopo Lindbergh. Quattro mesi più tardi è la prima donna ad attraversare gli Stati Uniti da Los Angeles al New Jersey, poi è la volta del Pacifico, da Oakland  a Honolulu. Lady Lindy, come la chiama la stampa, è ormai una leggenda vivente dell’aviazione, acclamata come un esempio di donna capace di andare oltre ogni limite fisico e sociale. Ha da poco sposato George Putnam, scrittore ed editore, che ha pubblicato un libro di successo in cui Lindbergh racconta la sua trasvolata. George è un uomo molto importante per Amelia, insieme hanno organizzato le imprese di questi due anni fantastici e insieme stanno progettando l’impresa più grande: il giro del mondo.

Lockheed L-10 Electra amelia earhart
Lockheed L-10 Electra l'aereo che la porterà intorno al mondo

Il giro del mondo 

Il giro del mondo in aereo è già stato compiuto, ma Amelia è la prima a volerlo compiere nel tratto più lungo, seguendo la linea equatoriale, un viaggio lungo 47.000 km. La pianificazione è maniacale, con lei a bordo ci saranno Fred Noonan, grande esperto di navigazione aerea e navale, il navigatore Harry Manning e Paul Mantz. Il primo tentativo avviene il 17 marzo 1937, la partenza è da Oakland, Californnia. L’aereo ha problemi tecnici ed è necessario fermarsi in una base militare a Honolulu. Risolti i problemi, durante il decollo l’aereo ha un testacoda e si danneggia gravemente. Le circostanze non sono chiare, ma l’equipaggio deve rinunciare all’impresa. Amelia Earhart non molla, non è il suo stile, aiutata dal marito organizza un secondo tentativo. Questa volta con lei il solo Noonan.

amelia Earhart vojagon
L'ultima foto prima della partenza

Amelia Earhart non molla – Il secondo tentativo e la tragica scomparsa

Il 1° giugno 1937 dopo aver volato da Oakland, Amelia Earhart e Fred Noonan, partono da Miami dando inizio ufficialmente alla loro impresa. Tappe in Sud America, Africa, subcontinente indiano, Asia sudorientale e l’arrivo a Lae in Nuova Guinea. 35.000 km sono già stati percorsi, ne restano a questo punto soltanto 11.000. Il 2 luglio 1937 a mezzanotte, Amelia riparte da Lae pronta a sorvolare il pacifico e completare la sua impresa. Non la completerà mai.

L’ultimo contatto radio sarà registrato la mattina alle 8:43 nei pressi dell’atollo di Nukumanu. In segnalazioni precedenti la Earhart lamentava problemi di posizionamento e carburante in esaurimento. Di lei, del suo aereo e del suo compagno di viaggio, non si saprà mai più nulla. Gli Stati Uniti mettono in campo, nei giorni seguenti, la più grande operazione di ricerca della loro storia, ma senza successo. A 40 anni, Amelia Earhart non c’è più, ma il culto della sua leggenda è appena iniziato. Per le future generazioni è divenuta simbolo dell’emancipazione femminile e di cosa le donne possono dare al nostro mondo.

nikumaroro island amelia earhart

L’ipotesi più probabile dell’incidente

Esistono molte versioni contrastanti sulla sua scomparsa. La più accreditata è quella pubblicata nel 2018 dalla rivista Forensic Anthropology. Sostiene che i resti, segnalati per la prima volta da un pilota inglese nel 1940, ritrovati sull’isola disabitata di Nikumaroro, appartengano in conclusione all’aviatrice americana con un tasso di precisione del 99%. Con tutta probabilità Amelia era quindi sopravvissuta a un atterraggio di emergenza prima di morire.

Vogliamo però concludere l’articolo con una sua frase celebrandola per quello che è stata e non per come è finita la sua storia:

“Le donne devono cercare di realizzare l’impossibile proprio come hanno provato anche gli uomini. Quando falliscono il loro fallimento deve essere una sfida per altre donne.”

Fonti fotografiche e storiche:

https://it.wikipedia.org/

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Scrivo, leggo, viaggio, suono, e poi riscrivo rileggo risuono e riviaggio ancora

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